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Progetto Work Experience

Progetto Work Experience

Il Consorzio Sociale GOEL attraverso il progetto “Si può fare!” e l’elaborazione dei percorsi di Work Experience ha inteso gettare le basi di un «ponte» tra il disabile e il sistema produttivo. Attraverso un lavoro di rete con le famiglie dei soggetti coinvolti, con il Centro di Salute Mentale e con le aziende ospitanti, si è potuto garantire un ingresso mediato e graduale dei disabili nel mondo del lavoro.

Con la realizzazione del progetto “Si può fare!”, il Consorzio Sociale GOEL ha seguito la realizzazione di 15 percorsi di Work Experience che hanno coinvolto per un anno altrettanti soggetti affetti da disagi psichici. Obiettivo generale del progetto era quello di sviluppare una cultura delle pari opportunità e favorire la nascita di un sistema che combatta ogni forma di discriminazione sul posto di lavoro. Infatti, attraverso l’avvio al lavoro di soggetti con disabilità psichiche, si può ottenere un duplice risultato: da un lato garantire l’integrazione socio-economica di chi è a rischio di emarginazione sociale, dall’altro sviluppare una rete territoriale di solidarietà ed equità capace di avviare un virtuoso e partecipato processo di rafforzamento del welfare.

Iniziative di integrazione e solidarietà verso le persone più svantaggiate della nostra società assumono, infatti, un valore maggiore in un contesto come quello della Locride in cui i servizi sociali nei confronti di tali soggetti sono insufficienti e spesso inadeguati a garantire la loro effettiva integrazione socio-economica.

“Un'assistenza o un servizio che, pur potendo realizzare l’autonomia degli individui, mantiene la situazione di dipendenza e di bisogno è sostanzialmente sprecato, oltre che profondamente ingiusto, in quanto offende la dignità della persona.“

 

Work Experience
Obiettivi del progetto

Gli obiettivi specifici che il progetto ha realizzato sono i seguenti:

  • Inserimento lavorativo attraverso tirocini formativi di 16 soggetti affetti da disturbi psichiatrici;
  • Diminuzione del rischio di isolamento sociale per i 16 soggetti coinvolti;
  • Promozione di pari opportunità sul luogo del lavoro;

Il progetto “Si può fare” ha sviluppato in stretta collaborazione col Centro di Salute Mentale, con le famiglie dei soggetti coinvolti e con le aziende ospitanti e ha previsto azioni, attività e strumenti atti a realizzare gli obiettivi prima descritti.

Laboratori Creativi
Realizzazione di un laboratorio socio-relazionale

Alla luce delle caratteristiche di molti dei soggetti coinvolti, che hanno, a diverso titolo e gradi, sperimentato il mondo dell’arte, si è convenuto di realizzare un laboratorio socio-relazionale condotto da un maestro d’arte esperto in arte terapia.

La natura multidisciplinare (artistica, psicologica e pedagogica) di un laboratorio artistico inserisce l’arteterapeuta tra le diverse figure professionali coinvolte nei programmi di prevenzione e cura e al trattamento del disagio psicologico e sociale.

Attraverso l’utilizzo di tecniche e la decodifica dell'arte grafico-plastica, il laboratorio proposto aveva l'obiettivo di ottenere dall'utente manufatti che racchiudono pensieri ed emozioni che diventano simboli comunicabili. Gli strumenti e i materiali, le procedure e la decodifica sono stati utilizzati e proposti come mezzi di negoziazione nella terapia. Il prodotto artistico ha funto, così, da mediatore di relazione tra l’utente ed lo specialista, dà protezione e contenimento, e, pur rispettando i meccanismi di difesa, ha attivato risorse creative, emozioni da elaborare e capacità residue individuali.

La messa in forma visiva e concreta ha reso condivisibili le immagini e, grazie alla strategia di base della terapia artistica, ha permesso agli utenti di rendere riconoscibili desideri, traumi, aspirazioni, inquietudini e problemi che altrimenti sarebbero rimasti sopiti e non compresi.

All'interno d'una protetta e concordata relazione d'aiuto, grazie a un percorso di cura individualizzato e tutelato, tramite segni, forme e materia, nasce il rinforzo, la possibilità si esprimere e quindi la gestibilità del malessere. Attraverso la funzione altamente catartica del laboratorio, gli utenti coinvolti hanno potuto sperimentarsi con i propri limiti e riacquistare la fiducia nelle proprie capacità. Il laboratorio ha previsto programmi di intervento individualizzati attraverso la realizzazione di attività diversificate, ma in un contesto di gruppo, per favorire l’interazione relazionale e la socializzazione.

Il laboratorio che si è inteso realizzare ha presentato degli aspetti fortemente innovativi in quanto non ha puntato a formare una figura professionale immediatamente spendibile sul mercato del lavoro, ma ha avuto il più generale obiettivo di migliorare le generali condizioni relazionali ed emotive dei soggetti coinvolti. Il laboratorio è stato uno spazio e un’occasione terapeutica per sperimentare la capacità di costruire relazioni significative ed emozionali con l’ambiente e con il gruppo di lavoro, per accrescere l’autostima dei soggetti coinvolti e il loro grado di autonomia.

La metodologia adottata durante il laboratorio è stata quella dell’arte terapia e si è concretizzata nella mediazione del maestro fra gli utenti, i loro vissuti e i singoli eventi creativi. L'evento creativo è un processo ove concorrono esperienze emotive, immagini inconsce, scelta cosciente e struttura logica. Il momento creativo è l'atto dell'esprimere, è un'emozione che viene alla luce. In questa dinamica relazione fra anima e corpo si crea lo spazio per la relazione terapeutica, riabilitativa ed educativa.